
30.10.2018

La città un suo disegno ce l’ha: il tempo lo ha “smagliato” in certe sue parti perché la città vive delle sue evoluzioni ed involuzioni ed ha bisogno di lavori di rammendo per tenere insieme il suo tessuto urbanistico – architettonico con conseguenti risvolti sociali.
Penso agli insediamenti storici di Steinach, Maia Bassa con via Matteotti ma anche via Fornaio, Sinigo/Borgo Vittoria ed alle misure da mettere in atto affinché si valorizzino le specificità di questi quartieri evitando spopolamento e degrado.
Ma penso anche a quel brano di città con aree in parte dismesse e disordinato nel suo insieme che partendo da piazza Stazione comprende oltre all’areale ferroviario, il piazzale Prader, le vie IV Novembre e Laurin fino all’incrocio con la via Goethe da ridisegnare.
E penso alle aree artigianali dismesse, a come integrarle nel tessuto urbano circostante contemperando le aspettative legittime dei proprietari con il bene comune
E penso infine alle aree militari.
Ho un sogno: che una parte di quel grande spazio sia riservato ai giovani per la loro formazione sviluppando magari un sistema avanzato di formazione professionale come un’ università per il turismo o un centro ricerche di materiali ed impianti per la costruzione di Casa Clima o ancora un centro specialistico di cura veterinaria equina. Sogno insomma una piccola città studi.
Un’ultima nota: in molti hanno parlato di case senza però citare dati. La pianificazione in tal senso a mio modesto avviso non può prescindere dal computo delle abitazioni sfitte confrontato con la richiesta di abitazioni tuttora inevasa.
Se la casa è un diritto, è altresì nostro dovere salvaguardare la qualità del nostro territorio non sprecando suolo laddove non è necessario.